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giovedì 26 luglio 2012

La distrazione d'un attimo lungo una vita

Eccoci, un mese torrido e temperature roventi...come la mia voglia di tornare a raccontare :-)
Nei prossimi mesi (presumibilmente in autunno) avrò modo di condividere con voi una gioia a lungo attesa: la pubblicazione del mio terzo libro intitolato "Liberi e controcorrente come salmoni", (qui una breve anteprima : http://alessandrodevecchi.blogspot.it/p/piccola-anteprima-del-mio-prossimo.html )
Sarà il pirmo libro in cui mi sono espresso in prosa narrativa e non in poesia (si tratterà infatti di una raccolta di 14 racconti eterogenei e fra loro differenti, ma legati da un minimo comun denominatore: tutti i personaggi, uomini, donne o ragazzi che siano, provengono da difficili realtà provinciali ed in un momento di crisi globale tentano il "riscatto", la seconda possibilità che tutti cerchiamo dalla vita, per assaporare la felicità).
E' stato un lavoro infinitamente lungo (2 anni e 5 mesi di gestazione), un periodo appassionante, colmo di notti in bianco e momenti di gioia altalenati alla paura di non farcela. Nel bene o nel male dunque sarà una parte di me che libererò dal "famoso cassetto", sperando che voli ove il cielo è disposto ad accorglielo e porti, perchè no, un pizzico di sollievo e speranza a chi vorrà dedicargli tempo ed attenzione.

Ma ora torniamo al presente e non  anticipiamo troppo quel che verrà in autunno: non ho abbandonato del tutto la poesia e vorrei lasciare questi miei pochi versi impressi qui, per ricordare come  spesso spendiamo le nostre giornate sospesi come equilibristi che trattengono il fiato fra mille progetti di vita e duemila promesse rivolte al futuro. Chiudiamo gli occhi ogni notte auto-ipnotizzandoci con delle frasi fatte quanto fasulle: 'domani farò'...'più avanti farò quella telefonata, chiamerò quella persona'. Poi arriva un bel giorno in cui il sole che sorge ci suggerisce che il tempo a nostra disposizione è scaduto...a quel punto realizziamo che sono solo rimpianti quelli che ci stanno accarezzando le spalle.

 
LA  DISTRAZIONE  D’UN  ATTIMO  LUNGO  UNA VITA

Non se n’è accorta.
Distrattamente,
come sbadatamente ci si accorge
dell’ultimo rivolo d’acqua d’una doccia mattutina.
Quella goccia
che sosta più a lungo sul nostro viso,
quasi a volerlo baciare
dopo averlo amorevolmente deterso.
Non l’ha notato,
ma ero io quella conclusiva stilla
d’acqua pura.
Non l’ha avvertito,
ma era esattamente lei
la sola persona
che non aveva bisogno di alzarmi il mento
per incrociare i miei occhi,
poiché il magnetismo dei suoi
eclissava ogni altra visione circostante.
Il vero amore è così:
può posarsi sul tuo collo
senza che tu lo percepisca,
o confonderlo per prurito
ed incautamente soffiarlo via.
Non l’ha intuito,
ma quel solletico che avvertiva,
eran le mie ali,
che le accarezzavan quel grazioso ciuffo
di capelli dietro l’orecchio…
prima che la sua mano
spensieratamente
mi scostasse via.
Il tutto in un attimo:
la distrazione d’un attimo
lungo una vita.

- ALESSANDRO  DE VECCHI –



venerdì 6 luglio 2012

"La Via della felicità interiore", un pomeriggio col Dalai Lama


6-07-2012: oggi è un compleanno particolare, quello di Tenzin Gyatzo, il XIV Dalai Lama, premio nobel per la pace del 1989 e figura spirituale che non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Queste poche righe non vogliono essere un'augurio personale, ma qualcosa di più…un ringraziamento (che con voi tutti condivido) per qualcosa di straordinario a cui ho avuto il privilegio di assistere la scorsa settimana.
Sono uno dei 10 mila presenti che Giovedì 28 Giugno affollavano le volte del Forum Milanofiori per assistere all’evento  “La via della felicità interiore”, durante il quale il Dalai Lama ha elargito con un mix di saggezza e leggerezza, semi d’insegnamenti gradevolissimi e dissetanti, destinati a crescere in ognuno di noi.
Tenzin Gyatzo ha esordito con un messaggio molto chiaro: << Non sono qui per fare un discorso religioso, non occorrono necessariamente un ‘credo’ o una serie di ‘paletti’ per raggiungere il nostro scopo, ma semplicemente ricordare che tutti abbiamo in comune la ricerca del senso del vivere e della felicità. Incontrare gente e scambiare le nostre esperienze è per me occasione e fonte di grande apprendimento. Le vostre domande mi offrono punti di vista nuovi, grazie ai quali imparo nuove prospettive…questo può accadere anche a voi.
Ogni volta che ho l’opportunità di parlare alla gente mi sento uno tra i tanti tra i sette miliardi di esseri umani. In questo siamo tutti perfettamente uguali >>.
Queste parole hanno avuto immediatamente su di me un forte impatto, dal momento che, come ho più volte raccontato, credo umilmente d’essere “un semplicissimo libero pensatore, scevro da qualsiasi dogma e da qualunque religione, che osserva meravigliato l’unità costituente comune che si può rintracciare nella totalità, all’interno e all’esterno di ciascuna realtà si manifesti ed anche oltre: al di là di ciò la nostra limitata essenza umana possa concepire…persino nei nostri stessi tessuti fisici o nei pensieri che sorgono in noi. Tutto ciò poiché osservatore ed osservato combaciano ed evidentemente i concetti d’interno ed esterno coincidono in quell’uno-tutto di cui il cosmo è pervaso”.
In due ore abbondanti, il Dalai Lama ci ha regalato le seguenti considerazioni, intervallandole con il suo consueto sorriso contagioso e abbondanti dosi d’ironia tipica di chi è capace di non mettersi in cattedra come un saccente docente, quanto piuttosto risvegliare la coscienza collettiva, mettendo l’accento sul fatto che: << Nella vita siamo tutti maestri ed al contempo tutti alunni >>.
Da qui il leader spirituale tibetano, inanella una serie di piccole perle, che ancora oggi sento riecheggiare nei viali affollati della mia mente.
<< La felicità nasce dalla fiducia e dal calore umano. Comunicando tra noi e pensando che siamo tutti ugualmente bisognosi di felicità, scopriamo che siamo sfacciatamente identici nell’avere il diritto ad essa. Con questa prospettiva non ci possono essere fratture. Se poniamo invece l’attenzione solo alle differenze e ci armiamo di sospetto, allora sorgono discriminazioni e sono queste ultime che portano all’odio e alle guerre. Tutto ciò è facilmente riscontrabile anche in ambito famigliare: se c’è una persona fortemente individualista nasce la mancanza di fiducia, manca l’affetto >>.
<< Occuparci della felicità degli altri è il modo migliore per giungere noi stessi inconsapevolmente alla nostra completa felicità. Occorre pensare su scala grande, all’umanità nella sua interezza. Spesso cito un motto degli abitanti delle Hawaii: ‘il tuo sangue è il mio. Le tue ossa sono le mie ossa’. Questo significa che i tuoi problemi, le tue sofferenze, la tua felicità sono le mie. Per poter vivere abbiamo bisogno degli altri, ce lo insegna l’inter-dipendenza della natura. Il massimo beneficio per noi stessi è prenderci cura dagli altri, questo è il modo intelligente di essere egoisti. Anche quando si parla di interessi economici, dobbiamo ricordarcene: il vivere non poggia il proprio scopo su regole religiose bensì sull’intelligenza, la quale è potenzialmente in grado d’eliminare gli svantaggi. A volte parlo con alcuni miei amici ricchi ma soli, ricordo loro che quando sono depressi non trarranno alcun beneficio nel dare baci ai diamanti. A quel punto è meglio avere un piccolo animale domestico da accarezzare…magari un gattino che almeno ti fa le fusa. Pensare che la ricchezza sia la fonte principale della felicità è sintomo di uno dei tre principali veleni della mente: l’ignoranza” .
Eccoci alla fine col Dalai Lama  che ironizza su suoi acciacchi: << il prossimo mese compirò 77 anni, sono un uomo del XX secolo e me lo ricorda spesso anche il mio corpo. A proposito: quanti di voi hanno subito un intervento alla cistifellea? (mani alzate tra i presenti e sua esclamazione che suscita ilarità ed abbondanti risate: - Bene sono felice di sapere che sono in buona compagnia! – ).
Il secolo appena passato è stato quello delle scoperte scientifiche, ma ahinoi anche quello dei conflitti mondiali ed è stata usata la bomba atomica. Persino l’inizio di questo secolo è stato teatro di tristi vicende che però affondano le radici nel secolo scorso. Proviamo a fare di questo nuovo tempo l’alba del dialogo >>.
L’aria condizionata fra le tribune dona un po’ di refrigerio e tregua al variopinto ed eterogeneo popolo che ha sfidato il calore rovente di questo pomeriggio. Le mani si spellano all’unisono durante il congedo:
<< Se le cose che ho detto possono esservi utili ne sarò lieto, altrimenti cancellatele e fate conto che io mi sia scusato con voi. Pensateci su con la vostra testa , non obbedite mai, ma riflettete sempre >>.
Mai insegnamento poteva essere più umile ed alto.
Grazie di tutto Tenzin e auguri! Cento di questi giorni!
- ALESSANDRO  DE  VECCHI -